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Asia & Oceania


 

L'area del Pacifico occidentale e oceano Indiano settentrionale è dominata da una formidabile concentrazione di vulcani attivi per lo più organizzati in una successione di archi insulari intraoceanici. Solo un limitato numero di vulcani attivi,30 in tutto,si trova sparso nella parte nord-orientale del continente Asiatico in Corea,Cina,Mongolia,e Russia. La quasi totalità dei vulcani deve la sua esistenza all'imponente sistema di convergenza tra la regione asiatica e le placche pacifica e indiana rispettivamente in movimento verso nord-ovest e verso nord. La velocità di avvicinamento tra le placche variano da 4 a 12 cm l'anno con inclinazioni del piano di discesa della placca oceanica nel mantello che variano da poche decine di gradi (arco delle isole Tonga) e inclinazioni quasi verticali (arco delle Marianne). Il processo di inabissamento delle placche oceaniche nel mantello produce magmi ricchi di acqua con forte predisposizione a produrre attività esplosiva. Alcuni archi sono insulari in senso stretto,formati cioè da una catena ininterrotta di isole vulcaniche,altri sono costruiti su grandi isole (Giappone,Giava,Sumatra) o propaggini peninsulari di masse continentali (Kamchatka).

Vulcani del Pacifico Settentrionale

Iniziando dalla parte settentrionale del Pacifico troviamo il grande arco composto dalla penisola della Kamchatka (70 vulcani),dalle isole Kurili (50 vulcani) e dai vulcani dell'isola di Hokkaido (21),oltre il quale si apre il bacino del Mare di Okhotsk. All'altezza dell'isola di Honshu il sistema convergente si biforca in 2 strutture: il ramo che scende verso sud comprende le isole Izu-Volcano (21 vulcani) e Marianne (14 vulcani); il ramo che piega verso sud-ovest è formato dalle isole di Honshu (50 vulcani),Kyushu (8) e Ryukyu e Taiwan (17 vulcani) e che si continua verso sud nel complesso sistema dell'arcipelago delle Filippine (53 vulcani) .



Vulcani del Pacifico Centrale

Il Pacifico centrale comprende una serie di archi vulcanici che si estendono dalle isole della Nuova Zelanda -Kermadek-Tonga fino alle Filippine passando per la Nuova Guinea e che costituiscono collettivamente le isole della Melanesia. Andando da sud-est a nord-ovest troviamo gli archi vulcanici delle Vanuatu,Solomon,Nuova Britannia,Nuova Guinea con un totale di 86 vulcani attivi.



Vulcani dell'Oceano Indiano

Il margine nord-orientale dell'Oceano Indiano è limitato dal grande arco dell'Indonesia che si estende da Sumatra a Giava continuandosi poi verso est in un allineamento di isole più piccole. Complessivamente sono censiti ad oggi,nell'arco indonesiano,ben 117 vulcani attivi.



Caratteristiche dell'attività vulcanica

Le eruzioni variano da moderatamente esplosive (stromboliane) con emissione di colate lava,a fortemente esplosive (vulcaniane e pliniane) con associate colate piroclastiche e surge piroclastici. Le strutture vulcaniche più comuni sono gli stratovulcani centrali con pendici ripide e versanti dolci,i vulcani complessi e le caldere. Alcune caldere occupano la parte centrale di un antico cono,altre,per lo più sulle grandi isole (Giappone,Nuova Zelanda,Giava) hanno dimensioni regionali e sono state prodotte da eruzioni che hanno emesso volumi di migliaia di km cubi di magma. Nel corso degli ultimi secoli l'area dell'Asia -Oceania è stata teatro di grandi eruzioni esplosive quali quelle del Tambora (1815) e Krakatoa (1883) e Pinatubo (1991) che hanno emesso grandi volumi di pomici e ceneri. Numerosi vulcani sono caratterizzati dalla lenta emissione di lava con formazioni di duomi (Merapi,Unzen,Aso,Usu,Lamington) che periodicamente esplodono. A causa dell'elevata piovosità delle regioni sottoposte a regime monsonico e di quelle soggette al passaggio di tifoni,i materiali vulcanici esplosivi (ceneri e pomici) sono facilmente mobilizzati dall'acqua e trasformate in colate di fango,i lahar,termine indonesiano: sono colate di fango composte da materiali piroclastici e acqua che scorrono lungo le pendici del vulcano,specialmente lungo il soleo di una valle fluviale. Si causa da : 1 la neve o il ghiaccio fusi da una colata piroclastica.

2 Un'inondazione causata da un ghiacciaio o da un lato proglaciale presenti nel cratere.

3 Intense piogge causate dall'eruzione che produce grandi quantitativi di vapore,creando così temporali di origine vulcanica.



Pericolosità ed energia geotermica

Complessivamente l'alta densità abitativa,dell'Asia-Oceania ed in particolare di quella a clima tropicale,nonché l'elevata pericolosità dei fenomeni diretti (eruzioni esplosive) e indiretti (lahar e tsunami),ha provocato in passato moltissime vittime (161.000 nella sola Indonesia). Per fortuna l'attività vulcanica non ha solo aspetti negativi per l'uomo. Il calore trasportato a livello superficiale dal vulcanismo costituisce una risorsa energetica importante per diversi paesi della regione. Nelle sole Filippine l'esplorazione geotermica è stata particolarmente fruttuosa portando all'identificazione di 6 campi geotermici che producono attualmente circa 2000 KW/ora ovvero il 20% del fabbisogno energetico del paese.

Whiate Island, Nuova Zelanda

Attività vulcanica prevalente: Stromboliana,freatica,freatomagmatica,frane dell'edificio vulcanico,campi fumarolici e fanghi bollenti.

Generalità: L'isola di Whiate Island deve la sua origine al processo di subduzione della placca pacifica al di sotto di quella indiana. La piccola isola,5 km quadrati di superficie,è costituita da uno stratovulcano,di forma molto simile a un ferro di cavallo. Si trova a 40 km dalla costa dell'Isola Nord della Nuova Zelanda,nella baia di Plenty. L'attività vulcanica è concentrata nella parte Nord-Ovest della struttura. Whiate Island fu scoperta da James Cook nel 1769,ma la prima osservazione storica della sua attività risale al 1826. Da allora si sono susseguite fino a oggi circa 35 eruzioni. Nel 1914 si è prodotta una frana nell'edificio vulcanico che ha originato il cratere principale,del diametro di 200-250 m,aperto verso il lato Sud dell'isola. Durante questa frana,11 persone che lavoravano all'estrazione dello zolfo furono uccise. Eruzioni importanti sono avvenute nel 1926-28 con la formazione dei crateri Little e Big Donald; nel 1933,1947,1955-57,1958 e '59 con la formazione e l'attività del Noisy Nellie Crater; nel 1962,'65,'68 e 1971; nel 1976-1981; nel 1984,e più recentemente nel 1990-91 e nel 1992. Successivamente,numerose scosse sismiche a bassa energia sono state registrate dai vulcanologi neozelandesi,ma l'attività si è limitata all'alimentazione di solfatare e fanghi sulfurei fino all'agosto 1998,quando una serie di esplosioni freatiche sono state osservate al margine nord-occidentale del cratere attivo durante l'ultimo ciclo eruttivo. Dall'ottobre al dicembre 1998,numerose colonne di gas e ceneri vulcaniche sono state eruttate da questo cratere,raggiungendo un'altezza di 1-2 km al di sopra del vulcano. Di qui è scattata la messa in allerta delle autorità civili del Paese.

Percorso & principali attrattive

Dalla cittadina di Whakatane,situata nella baia di Plenty,si può raggiungere Whiate Island percorrendo 40 km di mare in elicottero oppure in battello. La prima soluzione è preferibile perché permette di sorvolare l'intero complesso vulcanico dall'alto e in periodi di quiescenza del vulcano di essere depositati al suo interno per effettuare brevi escursioni. La visita dell'anfiteatro del cratere franato e circondato dal mare è molto suggestiva. Sui fianchi interni della struttura sono visibili grandi depositi di zolfo e numerose fumarole,alcune delle quali rilevano una pressione elevata.



Merapi, Indonesia

Attività vulcanica prevalente: Pelèeana,colate e duomi di lava,lahar.

Generalità: Il Merapi,situato al centro dell'isola di Giava,è uno dei vulcani più attivi e pericolosi dell'Indonesia. Formato da due apparati,dei quali uno solo è ancora attivo,esso domina Yogyakarta,città con più di 1 milione di abitanti,situata in linea d'aria a soli 30 km dal vulcano. A causa dell'elevata viscosità del magma,di composizione andesitica e molto ricco in cristalli,le lave emesse dal Merapi scorrono con difficoltà lungo i fianchi del vulcano e tendono a formare duomi di lava. Tali duomi si accrescono lentamente e sono soggetti a frequenti frane dovute a instabilità gravitativa. Esse sono vere e proprie valanghe di blocchi e cenere incandescente (colate piroclastiche di tipo pelèeano o nubi ardenti),che si muovono verticalmente lungo le valli che solcano il cono vulcanico. Rappresentano un fattore di rischio elevato per i villaggi che si trovano alla base del vulcano. In alcuni casi le frane producono la rapida depressurizzazione di porzioni di magma ancora caldo: ciò genera piccole esplosioni sui fianchi del duomo. Studi geologici hanno dimostrato che questo tipo di attività si sussegue in maniera continuativa fin dal sesto secolo,con un'alternanza di fasi esplosive ed effusive,che modificano in continuazione la topografia e l'altitudine del vulcano. Nel 1672,una colata piroclastica provocò la morte di circa 3.000 persone. Dalla fine del secolo scorso fino a oggi,invece,il periodo massimo di inattività del vulcano è stato di soli 6 anni,dal 1924 al 1930. Fu allora che l'attività riprese con violenza,causando circa 1.400 vittime. Dal 1972 fino agli inizi degli anni '90 il vulcano ha conosciuto un periodo di attività praticamente ininterrotta,con continuo accumulo di lava sulla sommità e periodiche frane con flussi piroclastici. Il 22 novembre 1994,una frana di blocchi incandescenti ha sorpreso gli abitanti dei villaggi del versante sud,mentre stavano lavorando. Le vittime sono state 63 oltre ad altre 500 ferite e ustionate in modo più o meno grave. Nell'ottobre successivo un'altra frana è stata causa di un altro triste bilancio di 41 morti e 280 feriti. Il Merapi costituisce un potenziale pericolo non solo per l'attività pelèeana,ma anche per le colate di fango (lahar): queste si producono a causa delle piogge monsoniche,che mettono in movimento il materiale poco consolidato accumulato sui suoi versanti. 

 

 



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