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Hadolf Hitler


 

Figlio di un violento,studente mediocre,artista frustato,Adolf trovò riscatto combattendo nella Prima Guerra Mondiale. Fu nel difficile clima socioeconomico del dopoguerra che si radicò un lui un viscerale antisemitismo sul quale si innestò una delirante visione politica orientata alla trionfale affermazione della Germania in Europa.

Adolf Hitler nacque il 20 aprile 1889 a Braunauam Inn,una cittadina austriaca al confine con la Germania,in una locanda a 3 piani che all'epoca ospitava anche la dogana. Il padre,Alois,era nato nel 1837 da padre ignoto; la madre,Klara Pòlzl,era la sua terza moglie. Adolf era il quarto dei 6 figli della coppia e fu uno dei due soli che raggiunsero l'età adulta. Alois era un doganiere e poteva garantire alla famiglia un buon tenore di vita: dal punto di vista affettivo,invece,era di carattere dispotico e si imponeva duramente. Secondo la sorella Paula,unica altra sopravvissuta tra i figli della coppia,Adolf sfidava spesso il padre e ne veniva picchiato. Alois,tra l'altro,aveva avuto numerose relazioni extraconiugali,un dettaglio che secondo la testimonianza dello stesso Hitler lo avrebbe in seguito spinto a imporre a se stesso e ai suoi collaboratori più stretti un comportamento irreprensibile dal punto di vista morale. Alois morì nel 1903 per un'emorragia polmonare: “Non posso certo dire di aver provato un gran dolore….”commentò Hitler molti anni dopo. Quanto al rapporto con la madre,era fin troppo tenero e quasi soffocante,dato che la donna cercava nei figli quell'affetto che il marito le negava. Klara morì nel 1907 per un carcinoma al seno,che un medico di origine ebraica,Eduard Bloch,cercò con impegno,ma inutilmente,di trattare. La sua morte segnò profondamente Adolf,che in seguito scrisse: Mi parve che il mondo intero mi fosse crollato addosso; mi ritrovavo senza la mia stella polare,a dover prendere le decisioni in prima persona...”. Bloch ebbe comunque sempre la sua gratitudine e fu risparmiato durante le persecuzioni antiebraiche.



Uno studente mediocre

Hitler rimase un buon studente solo alle scuole elementari: quando passò all'Istituto Tecnico della vicina Linz,nel 1900,collezionò diverse bocciature e frequentò con fatica la scuola dell'obbligo per i 5 anni successivi senza raggiungere il diploma. Alla fine dell'ultimo anno scolastico si ubriacò in una taverna,in una bisboccia tra studenti durante la quale scambiò “per sbaglio” la pagella per carta igienica. Nei 2 anni successivi tentò di farsi accettare dall'Accademia delle Belle Arti a Vienna,ma fu più volte respinto. Rimasto orfano a 19 anni,vivacchiò prima con la pensione dei genitori,poi con una piccola eredità. Si trasferì a Vienna,dove visse tra i dormitori pubblici e le mense dei conventi. Secondo molte testimonianze,leggeva molto: a quell'epoca il suo antisemitismo era già così radicato e profondo da convincerlo che gli ebrei fossero la vera causa della sua modesta condizione esistenziale. Quasi sicuramente era attecchito in lui già negli anni della scuola a Linz: la maggior parte degli insegnanti e degli studenti della Realschule erano infatti nazionalisti,xenofobi e antisemiti. Fu lo stesso Hitler nel suo Mein Kampf ( La mia battaglia),”bibbia” del nazismo da lui scritta nel 1925,a raccontare che il suo odio era nato a scuola,a causa di un compagno ebreo: alcuni storici ritengono si trattasse di Ludwig Wittgenstein,appartenente a una famiglia ebraica molto benestante,che sarebbe più tardi diventato uno dei più importanti filosofi del '900. In ogni caso,nella scuola venivano pubblicamente diffuse le idee Georg von Schònerer,un politico fanatico della purezza della razza germanica,che sognava di unificare l'Austria e la parte occidentale della Cecoslovacchia all'impero tedesco per creare una “grande Germania”. Tra l'altro,fu lui a introdurre come saluto il grido Heil! (parola che in tedesco significa solo “salute”,”salve!”),che sarebbe diventato parte integrante dell'iconografia nazista. Durante gli anni viennesi Hitler divenne un accanito lettore di Ostara,rivista pesantemente antisemita,pubblicata da un ex monaco cistercense e molto diffusa. E' probabile che abbia ripreso da questa rivista alcuni dei suoi temi più caratteristici: la contrapposizione tra la razza germanica e le razze inferiori come gli slavi e gli ebrei,la riduzione in schiavitù di queste ultime e la loro deportazione in luoghi lontani come la Siberia,la Mongolia e il Madagascar oppure la loro eliminazione fisica,la selezione razziale mediante l'eugenetica e la procreazione favorita di nascituri della razza eletta. Sembra che proprio vicino alla sede della rivista,il castello di Burg Werfenstein,sia stata issata per la prima volta la bandiera con la versione moderna della svastica,sia pure diversa da quella che sarebbe diventata tristemente celebre più tardi.



Volontario nell'esercito

Hitler era molto povero e si manteneva vendendo qualche acquarello. Lo scoppio della Prima Guerra mondiale rappresentò per lui una occasione di riscatto. Poiché tentando di sottrarsi all'obbligo di leva aveva perso la cittadinanza austriaca,chiese di entrare come volontario nell'esercito della Baviera,la regione tedesca confinante con l'Austria. Aveva 25 anni. Non avendo che la quinta elementare come titolo di studio non poteva aspirare a diventare ufficiale: quindi ottenne solo il grado di caporale e prestò servizio come staffetta portaordini. Nei fatti si dimostrò un buon soldato,coraggioso e onesto. Evitava di ubriacarsi,non cercava di imboscarsi,non andava a donne. Ebbe il battesimo del fuoco nella terribile prima battaglia di Ypres,il 29 ottobre 1914. Nei mesi successivi venne coinvolto,come milioni di altri uomini,nella logorante guerra di trincea. Verso la fine del 1915 fu protagonista di un episodio che lui stesso descrive in seguito con toni vagamente paranormali: “Stavo consumando la mia misera cena in trincea,assieme a parecchi commilitoni. All'improvviso,mi parve di udire una sorta di voce che mi diceva:”Alzati e allontanati da qui!”. Era così chiara e insistente che io obbedì automaticamente,come un ordine militare. Al che,mi alzai immediatamente in piedi e camminai per una ventina di metri lungo il bordo della trincea,portandomi appresso il gavettino con la cena. A questo punto mi sedetti e ricominciai a mangiare poiché la mia mente era nuovamente in pace. Mi ero appena sistemato quando un lampo accecante,misto a un'assordante deflagrazione,esplose nella parte di trincea che avevo appena lasciato. Una granata vagante aveva dilaniato il gruppo di soldati con i quali stavo precedentemente cenando e nessuno era sopravvissuto. Fu in quel preciso istante che capì di godere della protezione divina”. In realtà Hitler rimase ferito una prima volta durante la battaglia della Somme e,dopo essere guarito,partecipò a numerose altre battaglie. Nel 1917 ebbe una relazione con una ragazza francese,tale Charlotte Lobjoie. Ma il momento decisivo per lui si concretizzò il 28 settembre 1918,durante la battaglia di Cambrai. L'esercito tedesco era in ritirata e la vittoria alleata si stava profilando all'orizzonte: durante un attacco a sorpresa,Hitler venne ferito gravemente a una gamba. Un soldato inglese,Henry Tandey,lo avvistò e stava per ucciderlo: vedendolo però giacere inerme,dopo averlo a lungo tenuto sotto tiro,decise infine di risparmiargli la vita e di passare oltre. “Sa Dio quanto mi pento di avergli risparmiato la vita!”,commentò lo stesso Tandey in un intervista rilasciata durante la Seconda Guerra mondiale.



In Ospedale matura l'impegno

In ogni caso,la guerra nel 1918 era persa per la Germania. Hitler venne ricoverato nell'Ospedale militare di Pasewalk. Fu qui,secondo la sua stessa testimonianza,che decise di impegnarsi in politica per salvare la Germania: “Quando mi trovai costretto a giacere a letto,nell'immobilità,stringendo dalla rabbia il cuscino,alla notizia dell'armistizio,mi colpì la certezza che avrei liberato la Germania e l'avrei resa nuovamente grande”,scrisse in Mein Kampf. “Seppi immediatamente che ciò si sarebbe immancabilmente realizzato”. In realtà,le cose non sembravano affatto andare in quella direzione. La Germania in cui Hitler tornò dopo la resa di Kaiser era in pieno caos,prostrata alla fame provocata dal blocco navale inglese e attraversata dai tentativi di insurrezione comunista. Hitler aderì senza fatica alla tesi in base alla quale l'esercito era stato “pugnalato alle spalle” da agitatori ebrei e comunisti che se ne stavano tranquilli in patria. Il giovane Adolf,ancora in forza all'esercito,fu utilizzato come informatore in Baviera e qui venne a contatto con un piccolissimo partito politico,il Partito Tedesco dei Lavoratori,fondato da Anton Drexler,un ex insegnante e agitatore politico,che era stato incaricato di spiare. Così cominciò a partecipare agli incontri,che trovava “pedanti ed estremamente noiosi” e,con grande sorpresa di tutti,dimostrò una grande forza oratoria. Nell'autunno del 1919,lo stesso Drexler iscrisse Hitler al partito a sua insaputa con la tessera n. 555: un trucco per gonfiarne la fila,dato che le prime 500 tessere erano inesistenti. Hitler ci mise poco a prendere il controllo della situazione: già nel febbraio del 1920 era diventato il vero leader del partito,imponendo il cambio del nome in Partito Nazional-Socialista dei Lavoratori e scegliendo la svastica ariana come simbolo. La propaganda fece da subito leva sui temi cari all'estrema destra: odio contro gli ebrei e i comunisti,ostilità alle istituzioni,ribellione contro il trattato di pace firmato a Versailles nel 1919,che secondo Hitler era profondamente ingiusto perché l'esercito tedesco non era mai stato sconfitto sul campo. In quei primi anni,la nascente ideologia nazista fu influenzata anche dalle idee del giornalista Dietrich Eckart,che aveva anticipato nel 1919 le stesse tematiche di Hitler. Eckart morì di malattia il 23 dicembre 1923 e le sue ultime parole furono: “Seguite Hitler!...Egli danzerà,ma sono stato io a creare la melodia”.



Comizio in birreria

Nel 1922,in Italia,il movimento fascista guidato da Benito Mussolini (1883-1945) era riuscito a conquistare il potere con una marcia su Roma,suscitando in Hitler la convinzione che si potesse fare qualcosa del genere anche in Germania. Così,l'8 novembre 1923,nella grande birreria della Lòwenbràu a Monaco di Baviera,mentre si stava tenendo un comizio dove erano presenti tutti gli esponenti politici più importanti della Baviera,Hitler tentò con la forza di costringerli a unirsi a lui per rovesciare il governo bavarese. Dopo un primo momento in cui sembrò che il piano riuscisse,la situazione invece mutò. I politici riuscirono a fuggire e avvisarono la polizia e l'esercito. Il giorno dopo,quando Hitler marciò alla testa di circa 3.000 uomini verso il municipio della città,venne bloccato dalle forze fedeli al governo che aprirono il fuoco,provocando 14 morti tra le sue fila. Hitler fu arrestato e processato per alto tradimento,mentre il partito venne messo fuori legge. In realtà,il processo rappresentò per lui un palcoscenico perfetto da dove accusare il governo tedesco di debolezza e tradimento. Dopo la condanna a 5 anni di carcere (molto mite,visto il capo di accusa),fu trasferito nel carcere di Landsberg,in Baviera,dove passò in realtà solo 9 mesi e dove lesse con avidità L'ebreo internazionale di Henry Ford,il noto produttore di automobili,ricevendone l'ispirazione definitiva per il suo Mein Kampf,che scrisse con l'aiuto del suo fedelissimo seguace Rudolf Hess. Hitler uscì dall'esperienza della prigione molto più sicuro di se stesso. Riorganizzò rapidamente il partito,introducendo il corpo paramilitare delle Sturmabteilungen (Squadre di Protezione) al comando di Ròhm,un suo fedelissimo. Tuttavia,la forza politica del suo partito rimase decisamente trascurabile: fu la crisi economica del 1929 a cambiare drammaticamente le cose.



Hitler aveva un figlio segreto?

Nel 1917 Hitler ebbe una relazione con la francese Charlotte Lobjoie di Wavrin,paese occupato dalle truppe tedesche. Il 25 marzo 1918,quando ormai era lontano,Charlotte diede alla luce un maschio,Jean-Marie,dichiarato figlio di anonimo. Charlotte morì nel 1949 confessando la relazione con Hitler e consegnando al figlio degli acquarelli che sarebbero stati realizzati e regalati da Adolf. Jean Marie si convinse così di esserne il figlio naturale. Cercò di ottenere il riconoscimento,ma inutilmente. Alcuni storici però non credono a questa ascendenza,in quanto non sufficientemente fondata.



Non si può demolire la casa natale di Hitler: è protetta dalle Belle Arti

La casa in cui Hitler vide la luce si trova al numero civico 15 di Salzburger Vorstadt. Avrebbe dovuto essere distrutta dagli stessi nazisti per non cadere in mano ai russi,ma sul posto arrivarono prima gli americani che decisero di tenerla in piedi. Nel 1952 fu restituita all'ex proprietaria e subito presa in affitto dalla Repubblica austriaca. Fino al 1956 è stata sede della biblioteca civica,poi di un istituto bancario e quindi di un istituto tecnico. E' ciclicamente al centro di aspre discussioni tra chi vuole raderla al suolo temendo che si trasformi in una sede di pellegrinaggi nostalgici in occasione della ricorrenza della nascita di Hitler e chi invece la vuole utilizzare come monito per le nuove generazioni. In realtà la demolizione non è possibile in quanto l'edificio risale al 1826 ed è protetto dalle Belle Arti. Lo Stato austriaco lo ha acquistato nel 2019 per ristrutturarlo. 







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