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La fisiologia sessuale umana


 

Molti vertebrati e invertebrati presentano comportamenti sessuali elaborati e complessi. Il tratto essenziale della sessualità umana è rappresentato dalla sua variabilità,per quanto riguarda sia gli stimoli capaci di attivarla,sia le risposte che essa determina. Dietro un comportamento sessuale tanto variabile,c'è comunque un comune schema fisiologico,definito spesso “ciclo della risposta sessuale”. Due tipi di reazioni fisiologiche predominano sia nell'uno sia nell'altro sesso : la vasocongestione e la miotonia. Il primo fenomeno consiste nel riempimento di un tessuto da parte del sangue a causa di un aumento del flusso ematico nelle arterie dell'organo stesso. Il secondo fenomeno corrisponde a un incremento nella tensione muscolare. Sia la muscolatura scheletrica che quella liscia possono mostrare contrazioni prolungate o ritmiche,comprese quelle che si verificano nel corso dell'orgasmo. Il ciclo della risposta sessuale può essere diviso in quattro fasi : l'eccitazione,il plateau,l'orgasmo e il rilassamento. Un'importante funzione della fase di eccitazione è quella di preparare vagina e pene al coito (il rapporto sessuale). Durante questa fase la vasocongestione si manifesta in modo particolarmente evidente nell'erezione del pene e in quella del clitoride,nell'aumento dimensionale dei testicoli,delle labbra vulvari e delle mammelle. La lubrificazione della vagina aumenta,mentre la miotonia porta all'erezione dei capezzoli e a una evidente tensione dei muscoli degli arti superiori e di quelli inferiori. La fase del plateau rappresenta la seconda tappa del ciclo. Nella femmina il terzo distale della vagina è soggetto a vasocongestione,mentre i due terzi interni risultano lievemente dilatati. Questo cambiamento,aggiunto al fatto che l'utero si innalza,determina una depressione che raccoglie lo sperma in corrispondenza della parte superiore della vagina. Continuano intanto le risposte degli organi non implicati nella riproduzione,mentre il ritmo respiratorio aumenta,al pari di quello cardiaco che raggiunge valori intorno ai 150 battiti al minuto. Queste attività non rappresentano manifestazioni consapevoli legate all'attività sessuale,ma piuttosto risposte involontarie a stimoli provenienti dal sistema nervoso autonomo. L'orgasmo è caratterizzato da contrazioni ritmiche involontarie di alcune componenti del sistema riproduttore in ambedue i sessi. L'orgasmo maschile si articola in 2 sottofasi : l'emissione e l'espulsione ( o eiaculazione).

Nella prima fase si verificano fenomeni contrattili nelle strutture ghiandolari e nelle strutture di conduzione dell'apparato genitale,che spingono il seme nell'uretra. Nello stadio successivo l'uretra stessa si contrae provocando l'eiaculazione. Nel corso dell'orgasmo femminile si verificano fenomeni contrattili a carico dell'utero e del terzo esterno della vagina,ma i due terzi interni di questa non sono interessati da tale attività muscolare. L'orgasmo rappresenta la fase più breve del ciclo della risposta sessuale,poiché dura di regola pochi secondi. In ambedue i sessi le contrazioni si ripetono a intervalli di circa 0.8 secondi e possono coinvolgere tanto lo sfintere anale che diversi muscoli addominali. Il rilassamento completa il ciclo e ripercorre in senso inverso le risposte delle fasi precedenti. Gli organi che avevano subito la vasocongestione ritornano alle loro dimensioni normali e al colore usuale, anche i muscoli si rilasciano. La maggior parte delle modifiche caratteristiche di questa fase si completano nel giro di 5 minuti. Ma lo stato di tumescenza e di erezione del pene e del clitoride può durare più a lungo : in realtà si verifica abbastanza rapidamente un'iniziale perdita dello stato erettile,ma il completo ripristino delle condizioni iniziali,cioè il recupero delle dimensioni tipiche degli organi non eccitati,può richiedere anche 1 ora

 

Sia la spermatogenesi che l'oogenesi prevedono la meiosi ma presentano tre importanti differenze


La spermatogenesi,ovvero il processo di formazione degli spermatozoi maturi, è un fenomeno continuo,duraturo e prolifico,tipico del maschio adulto. Ogni atto di eiaculazione da parte di un uomo porta all'emissione di un prodotto che può contenere da 100 a 650 milioni di spermatozoi ; il maschio umano può eiaculare quotidianamente senza perdere in alcuna misura la propria capacità di fecondare. Il processo di spermatogenesi si realizza nei tubuli seminiferi dei testicoli. Le cellule germinali primordiali che danno origine agli spermatozoi, ovvero gli spermatogoni,sono localizzate alla periferia dei tubuli seminiferi. Il loro processo maturativo avviene in senso centripeto,cioè verso il centro (il lume) del tubulo,man mano che tali cellule vanno incontro alla meiosi e al differenziamento strutturale. Tutte e quattro le cellule che si formano da ogni spermatogonio durante la meiosi si trasformano in spermatozoi maturi. La struttura dello spermatozoo corrisponde perfettamente alla sua funzione. Nella maggior parte dei mammiferi,la testa ha una struttura molto compatta e contiene il nucleo o corredo aploide ; al suo estremo apicale è presente un organulo peculiare, l'acrosoma,contenente enzimi che facilitano la penetrazione del gamete nella cellula uovo. Posteriormente alla testa si descrive la regione del collo che contiene numerosi mitocondri (o,in alcune specie,un unico,enorme mitocondrio),ai quali si deve la produzione di ATP necessario ai movimenti della coda ; tale porzione cellulare presenta un'ultrastruttura corrispondente a quella di un flagello. La morfologia degli spermi dei mammiferi è molto variabile,con la testa che può essere conformata come un sottile cono ricurvo, come un corpo ovoidale (nell'uomo) o come una struttura approssimativamente sferica. L'oogenesi è lo sviluppo delle cellule uovo,cioè dei gameti femminili maturi,ma non fecondati. Durante lo sviluppo dell'embrione femminile,gli oogoni,ovvero le cellule primordiali da cui derivano le uova,si moltiplicano ripetutamente e iniziano poi la meiosi. Tale processo si arresta tuttavia alla profase I. Le cellule germinali in questo stadio,definite oociti primari, rimangono quiescenti all'interno di piccoli follicoli fino alla pubertà, periodo in cui essi si riattivano ad opera degli ormoni. A partire dalla pubertà,infatti, l'ormone FSH (ormone follicolo stimolante) periodicamente induce un follicolo ad accrescersi e stimola l'oocita primario a completare la meiosi I e ad iniziare la seconda divisione meiotica. A questo punto,la meiosi si arresta di nuovo. L'oocita secondario,rilasciato nel corso dell'ovulazione,deve ancora completare la meiosi II. Nella donna,l'eventuale penetrazione dello spermatozoo all'interno della cellula uovo (in fase di oocita secondario) induce il completamento della meiosi e,di fatto,il termine del processo di oogenesi. L'oogenesi differisce dalla spermatogenesi sotto tre importanti punti di vista. In primo luogo,durante le divisioni meiotiche dell'oogenesi la citodieresi è ineguale e il citoplasma viene assegnato nella quasi totalità a una delle cellule figlie. Questa cellula di dimensioni maggiori prosegue nel suo sviluppo mentre gli altri due o tre elementi risultanti della meiosi,definiti globuli polari,sono destinati a degenerare. Un simile risultato differisce dalla spermatogenesi,poiché in questo caso tutti e quattro gli elementi formatisi in seguito alle due divisioni meiotiche evolvono come spermi maturi. In secondo luogo,mentre i precursori degli spermatozoi ( gli spermatogoni) continuano a dividersi per mitosi per tutta la vita del maschio,ciò non si verifica nell'oogenesi della femmina. Alla nascita, l'ovaia contiene già tutti i gameti che costituiscono la sua riserva,sebbene ancora in uno stato di immaturità ; i gameti femminili rappresentano una risorsa non rinnovabile. In terzo luogo,l'oogenesi prevede un lungo periodo di “stasi” prima che il processo si completi,a differenza dei ritmi della spermatogenesi, la quale produce gameti maturi da cellule progenitrici in una sequenza ininterrotta.


La regolazione ormonale nel maschio


Nel maschio,i principali ormoni sessuali sono gli androgeni,dei quali il più importante è il testosterone. Gli androgeni sono ormoni steroidei,prodotti dalle cellule di Leydig dei testicoli, e sono direttamente responsabili dei caratteri sessuali primari e secondari del maschio. I caratteri sessuali primari sono quelli associati al sistema riproduttivo : lo sviluppo dei deferenti e degli altri dotti,i genitali esterni e la produzione degli spermatozoi. Le caratteristiche sessuali secondarie sono quelle generalmente associate alla mascolinità,e non direttamente collegate al sistema riproduttivo. Esse comprendono : la profondità della voce ; la distribuzione dei peli ascellari,facciali e pubici ; la maggiore massa muscolare (infatti gli androgeni stimolano la proteosintesi). Gli androgeni determinano anche il comportamento dei mammiferi e di altri vertebrati. Oltre ad influire sui comportamenti sessuali specifici e sulla libido (attrazione sessuale),gli androgeni in generale potenziano l'aggressività e sono responsabili di altre elaborate attività,quali il canto degli uccelli e la vocalizzazione negli anfibi anuri. Gli ormoni dell'adenoipofisi e quelli dell'ipotalamo controllano sia la secrezione degli ormoni androgeni che l'attività spermatogenetica da parte del testicolo.


La regolazione ormonale nella femmina


Il quadro delle secrezioni ormonali che controllano l'attività riproduttiva delle femmine differisce marcatamente da quello dei maschi,riflettendo la natura ciclica della fisiologia riproduttiva femminile. Mentre il maschio produce continuamente i gameti,nella femmina arrivano a maturazione solo uno o pochi oociti in una precisa fase di ogni ciclo. Il controllo di tale ciclo è considerevolmente più complesso rispetto alla regolazione della funzione riproduttiva maschile. Nelle femmine dei mammiferi vengono descritti due tipi di cicli sessuali : la specie umana e molti altri primati presentano un ciclo mestruale,mentre negli altri mammiferi si descrive un ciclo estrale. In entrambi i casi l'ovulazione si verifica in una fase specifica del ciclo,in seguito alla quale l'endometrio inizia a ispessirsi e vede aumentare la sua vascolarizzazione. Si tratta di modifiche che tendono e predisporre l'utero al possibile impianto di un embrione. Una differenza tra i due tipi di ciclo concerne il destino della mucosa uterina nel caso che non si verifichi la gravidanza. Nel ciclo mestruale l'endometrio viene eliminato dall'utero attraverso la cervice e la vagina, tramite una particolare emorragia definita mestruazione. Nel caso del ciclo estrale l'endometrio ipertrofico viene invece riassorbito dall'utero e non si verifica alcun tipo di espulsione della mucosa. Altre importanti differenze riguardano modifiche di tipo comportamentale,più pronunciate durante i cicli estrali rispetto a quelli mestruali,e condizionamenti stagionali e climatici più marcati, sempre nel caso dei cicli estrali. Mentre le femmine della specie umana possono essere disponibili all'attività sessuale per tutta la durata del ciclo,la maggior parte dei mammiferi si accoppia solo nel periodo periovulatorio. Questo periodo di attività sessuale,definito estro (dal latino oestrus,”frenesiao passione),è l'unico momento in cui i cambiamenti vaginali consentono l'accoppiamento. Poiché nel periodo di estro si verifica anche un lieve incremento della temperatura corporea femminile,esso viene talora definito calore. La durata e la frequenza dei cicli riproduttivi possono variare ampiamente nell'ambito dei mammiferi. Nella specie umana il ciclo mestruale ha una durata media di 28 giorni (sebbene esso possa variare fra i 20 e i 40 giorni),mentre quello estrale del ratto dura solo 5 giorni. Gli orsi e i cani presentano solo un ciclo per anno,ma negli elefanti in questo stesso lasso di tempo possono verificarsi diversi cicli. Il termine ciclo mestruale si riferisce specificatamente ai cambiamenti che intervengono nell'utero. Per convenzione, il primo giorno del ciclo mestruale di una donna corrisponde al primo giorno dell'emorragia mestruale. La fase del flusso mestruale del ciclo,durante la quale viene espulso lo strato funzionale dell'endometrio,si protrae per alcuni giorni. Successivamente l'endometrio,ora molto sottile,inizia a ispessirsi per una o due settimane,un intervallo che viene definito fase proliferativa del ciclo mestruale. Nel corso dei giorni successivi,che fanno parte della fase secretoria,di norma equivalente a due settimane,l'endometrio continua ad aumentare in spessore, la sua componente connettivale si fa più vascolarizzata e si verifica la secrezione di un prodotto liquido ricco di glicogeno. Se non avviene l'impianto dell'embrione nella parete uterina,al termine della fase secretoria prende avvio un nuovo flusso mestruale segnando il giorno numero 1 del ciclo successivo. In parallelo al ciclo uterino si svolge un ciclo ovarico. Esso inizia con la fase follicolare,nel corso della quale diversi follicoli ovarici,localizzati nella gonade, iniziano ad accrescersi. Nel corso della maturazione follicolare le cellule che circondano l'oocita si moltiplicano e si organizzano in più strati. Alcuni follicoli iniziano ad accrescersi,ma solo uno di norma continua a svilupparsi e a maturare, mentre gli altri vanno incontro a un processo di degenerazione. Il follicolo in fase maturativa,si accresce notevolmente mentre al suo interno si forma una cavità piena di liquido ; in seguito a tali processi la struttura tende a sporgere dalla porzione corticale dell'ovaia. La fase follicolare termina con l'ovulazione. Questa corrisponde al momento in cui il follicolo e la parete della gonade che lo separa dal celoma si aprono e l'oocita secondario viene rilasciato. 

 

La menopausa


Di regola,le donne vanno incontro a menopausa,ovvero alla cessazione di ovulazioni e mestruazioni,in un'età compresa fra i 46 e i 54 anni. Nel corso di questi anni le ovaie perdono progressivamente la loro recettività alle gonadotropine (gli ormoni FSH e LH) prodotte dall'ipofisi e la menopausa si presenta come un declino della produzione di estrogeni da parte delle ovaie. La menopausa è un fenomeno inconsueto nel regno animale ; nella maggior parte delle specie le femmine,così come i maschi,mantengono la capacità riproduttiva per tutta la durata della vita. Esiste una spiegazione evolutiva per la menopausa? Come può,la selezione naturale,aver favorito le femmine che smettono di riprodursi? Un'ipotesi intrigante (ma anche molto controversa) prospetta che durante le prime fasi evolutive della specie umana l'arrivo della menopausa dopo la nascita di alcuni figli abbia effettivamente favorito la fitness femminile ; perdendo la capacità di riprodursi ancora,una donna avrebbe potuto provvedere meglio ai propri figli anche già grandi,assicurando così la sopravvivenza degli individui dei suoi stessi geni.



Dal concepimento alla nascita


Nei mammiferi placentati,la gravidanza,o gestazione,definisce la condizione fisiologica che permette lo sviluppo di uno o più embrioni nell'ambiente uterino. Essa inizia con il concepimento,cioè con la fecondazione dell'oocita da parte dello spermatozoo e si protrae sino alla nascita di uno o più individui figli. La gravidanza umana ha una durata media di circa 266 giorni (38 settimane), a partire dal concepimento,cioè 40 settimane dall'inizio dell'ultimo ciclo mestruale. La durata della gravidanza nelle altre specie è correlata con le dimensioni corporee e con il grado di sviluppo del figlio alla nascita. Molti roditori (topi e ratti) presentano periodi di gestazione di circa 21 giorni,mentre quello del cane si avvicina ai 60 giorni. Nei bovini la gestazione dura 270 giorni (quasi quanto quella umana) ; nelle giraffe è di circa 420 giorni,mentre negli elefanti tale periodo oltrepassa i 600 giorni. Per comodità di studio la gravidanza umana può essere suddivisa in tre trimestri,poiché ognuno dura appunto circa 90 giorni. Nel primo trimestre avvengono nella madre e nel figlio i cambiamenti più radicali. L'oocita viene fecondato nell'ovidutto. Circa 24 ore dopo la fecondazione lo zigote comincia a dividersi per successive mitosi, un processo definito segmentazione. Man mano che tale processo procede, l'embrione si trasforma in un ammasso di cellule e intanto continua a scendere verso l'utero,destinazione che raggiunge dopo circa 3-4 giorni dalla fecondazione. Una settimana dopo il concepimento,lo zigote si è ormai trasformato in una struttura cava definita blastocisti. In un processo che richiede circa 5 giorni,la blastocisti si annida nell'endometrio. Da questo momento ha inizio la differenziazione delle varie strutture corporee dell'embrione . Nel corso dell'annidamento,o impianto,l'embrione penetra nell'endometrio,il quale risponde ricoprendo la blastocisti stessa. L'embrione ricava il nutrimento direttamente dalla parete dell'utero materno durante le prime 2-4 settimane di sviluppo. Nel frattempo,particolari strutture si estroflettono dall'embrione in fase di sviluppo e prendono stretto rapporto con l'endometrio,andando così a formare la placenta. Nella nostra specie essa è un organo discoidale contenente vasi sanguigni fetali e materni ; nella fase di maggior sviluppo presenta il diametro di un piatto e il suo peso si avvicina al chilo. La diffusione di materiali tra il circolo fetale e quello materno costituisce il meccanismo funzionale che consente gli scambi respiratori del figlio e l'apporto di sostanze nutritive necessarie allo sviluppo. Per diffusione si realizza anche la depurazione del sangue embrionale dai cataboliti. Il sangue proveniente dall'embrione attraversa la placenta portatovi dalle arterie ombelicali e torna quindi all'individuo in sviluppo utilizzando le vene ombelicali e facendo tappa all'abbozzo epatico. Il primo trimestre rappresenta anche il periodo fondamentale per l'organogenesi, cioè per la serie di processi che porta alla formazione degli organi del corpo. Il cuore inizia a battere a partire dalla quarta settimana,tanto da poter essere percepito con lo stetoscopio alla fine di tale periodo. Verso il termine dell'ottava settimana tutte le fondamentali strutture dell'adulto sono presenti,sia pure in forma rudimentale. A questo punto l'embrione viene convenzionalmente definito feto. Sebbene già ben differenziato,il nuovo organismo è lungo appena 5 cm alla fine del primo trimestre. A causa dei rapidi processi di organogenesi che coinvolgono l'embrione,esso è più sensibile in questa fase che non in qualsiasi altra a particolari rischi,come quelli rappresentati da radiazioni o da sostanze chimiche che possono portare ad anomalie del neonato. Il primo trimestre rappresenta anche un periodo di rapide trasformazioni della madre ; l'embrione produce ormoni che ne segnalano la presenza all'organismo materno e ne controllano le funzioni riproduttive. Un ormone embrionale,la gonadotropina corionica umana (HCG) ,funziona come l'ormone ipofisario LH,mantenendo attiva la secrezione progestinica ed estrogenica da parte del corpo luteo nel corso del primo trimestre di gravidanza. In assenza di questa sovrapposizione di attività ormonale,il declino dei titoli LH nel sangue materno, dovuto all'inibizione dell'attività ipofisaria da parte del progesterone, potrebbe provocare una mestruazione con conseguente aborto. I livelli di HCG nel sangue materno sono tanto alti che parte dell'ormone viene eliminata tramite le urine,nelle quali la sostanza può essere rilevata con varie metodiche (i test di gravidanza). Alti livelli di progesterone danno l'avvio a profondi cambiamenti nell'apparato riproduttore della donna gravida. Tali modifiche comportano l'aumentata produzione di muco in corrispondenza della cervice,in modo da formare una sorta di tappo protettivo ; lo sviluppo della porzione materna della placenta ; l'aumento dimensionale dell'utero e il blocco dell'ovulazione e del ciclo mestruale (determinato da un effetto a feedback negativo sull'ipotalamo e sull'ipofisi). Anche le mammelle tendono a ingrossare e si fanno più sensibili. Durante il secondo trimestre il feto si accresce rapidamente,sino a raggiungere 30 cm di lunghezza,e diventa assai più attivo. I suoi movimenti possono essere percepiti dalla madre già nella prima parte del secondo trimestre e possono essere anche individuati attraverso la parete addominale quando la gravidanza è a metà della sua durata. I livelli ormonali tendono a stabilizzarsi allorché l'ormone HCG declina,il corpo luteo degenera e la placenta produce il suo progesterone che tende a mantenere lo stato di gravidanza. Nel corso del secondo trimestre l'utero cresce in modo notevole rendendo visibile lo stato di gravidanza. Il terzo e ultimo trimestre rappresenta un periodo di rapida crescita per il feto,il quale raggiunge i 3-3.5 kg in peso e i 50 cm di altezza. L'attività fetale può diminuire nella misura in cui l'individuo in crescita riempie lo spazio disponibile,delimitato dalle membrane degli annessi embrionali. Mano a mano che il feto si accresce e l'utero si espande,i visceri addominali materni vengono gradualmente compressi e dislocati. Tale risultato,che comporta come inconveniente minore la necessità di urinare frequentemente, può determinare l'insorgenza di blocchi intestinali e comporta il rischio di strappi a carico della muscolatura del dorso. Una complessa interazione di ormoni (estrogeni e ossitocina ) ,insieme a regolatori locali ( prostaglandine ) induce e controlla il parto. Gli estrogeni,che raggiungono i massimi livelli nel sangue materno durante le ultime settimane di gravidanza,inducono nell'utero la formazione dei recettori per l'ossitocina. Quest'ormone,prodotto sia dal feto che dall'ipofisi posteriore della madre,stimola le contrazioni della muscolatura liscia dell'utero. L'ossitocina stimola inoltre la placenta a produrre prostaglandine,che aumentano ulteriormente le contrazioni. A sua volta,lo stress fisico ed emotivo associato alle contrazioni stimola il rilascio di ulteriori quantità di ossitocina e prostaglandine,un meccanismo a feedback positivo responsabile delle tre fasi del parto. La nascita,o parto,avviene in seguito a una serie di intense contrazioni ritmiche dell'utero,definite correntemente travaglio. Nella prima fase di questo evento si verifica la cosiddetta dilatazione,un processo che sostanzialmente corrisponde all'assottigliamento della parete della porzione cervicale dell'utero sino alla sua completa apertura. La seconda fase coincide con l'espulsione del feto. Le continue e intense contrazioni spingono il feto in basso e tendono ad espellerlo dall'utero e dalla vagina. Dopo il parto il cordone ombelicale viene tagliato e il suo segmento prossimale viene chiuso per compressione. Lo stadio finale del travaglio è rappresentato dall'espulsione della placenta che segue il parto vero e proprio. L'allattamento rappresenta un aspetto delle cure postnatali esclusivo dei mammiferi. Dopo la nascita i livelli decrescenti di progesterone affrancano l'adenoipofisi dal controllo a feedback negativo legato a tale ormone e rendono possibile la secrezione di prolattina,la quale stimola la produzione di latte dopo 2 o 3 giorni. L'emissione di latte dagli adenomeri mammari è controllata dall'ossitocina.


Uno sguardo d'insieme alla placenta


La placenta (dal latino classico placenta,cioè “focaccia”,”che ha forma schiacciata “) è,come abbiamo già visto,un organo vascolare temporaneo tipico dell'apparato riproduttivo femminile nella sottoclasse dei mammiferi placentati. E' formata da un lato da tessuti originati dall'embrione ( è il primo stadio dello sviluppo di un organismo eucariote diploide,è la condizione in cui nelle cellule somatiche di un organismo vivente sono presenti due copie per ogni cromosoma,definite cromosomi omologhi. La condizione diploide viene spesso indicata con il simbolo “2n”,ad indicare le due copie del corredo cromosomico aploide “n” caratteristico della specie),(faccia corionica,che volge verso l'embrione o il feto),dall'altro da tessuti originati dalla madre (faccia basale,che volge verso il viscere materno :l'utero ). Essa collega il sistema circolatorio del concepito e della donna gravida e funge da “barriera” di separazione tra l'ambiente amniotico del feto e l'ambiente della cavità uterina. E' inoltre un organo endocrino in quanto produce ormoni e li riversa nel torrente circolatorio come la gonadotropina corionica (HCG,human chorionic gonadotropin ; è un ormone prodotto dall'embrione all'inizio della seconda settimana di sviluppo,in particolare dalle cellule del sinciziotrofoblasto : è un ammasso di cellule adibite all'erosione della mucosa uterina nella fase di impianto dell'embrione,nei primissimi giorni dopo la fecondazione. Questo ormone ha la funzione di evitare i fenomeni di atresia,è una malformazione congenita di un organo cavo caratterizzata dall'assenza di pervietà di un canale o di un orifizio normalmente aperti,del corpo luteo, che prende il nome di corpo luteo gravidico). La placenta si forma soltanto in età adulta come organo comune tra l'organismo madre e l'organismo figlio,ed è destinata all'eliminazione con il parto. La placenta è formata da 2 porzioni che andranno ad annidarsi tra loro durante la gestazione :


. porzione materna,derivata dalla tonaca mucosa ( o membrana mucosa,è la porzione tissutale a diretto contatto con il lume degli organi cavi che sono in comunicazione con l'ambiente esterno,come il canale digerente ed il tratto respiratorio ; escludendo gli organi dell'apparato cardiocircolatorio ) dell'utero (detta endometrio ).


. porzione embrionale,derivata dal corion dell'embrione (dal latino chorion, cuoio ; un esempio è il derma della cute).


Queste strutture in un primo momento si svilupperanno autonomamente e solo successivamente si andranno ad unire per formare il primo abbozzo della placenta. Il processo di unione rientra in quella fase embrionale descritta come annidamento (è la terza e ultima fase dello sviluppo pre-embrionale,ossia del periodo comprendente le prime 2 settimane di sviluppo. Ha luogo a partire dal 10° giorno dalla fecondazione e consiste nella penetrazione della blastocisti nella mucosa uterina ; è preceduta da altre 2 fasi,la segmentazione,è,come abbiamo visto,un intenso processo in cui l'ovulo fecondato subisce una serie di divisioni mitotiche che portano alla divisione in cellule chiamate blastomeri ; e la fecondazione ed è seguita dalla gastrulazione,con la quale ha inizio il periodo di sviluppo embrionale,tra il 14° e il 15° giorno). La placenta si forma con la penetrazione dei villi coriali (costituiscono la parte embrionale della placenta ; sono ricchi di capillari,assorbono ossigeno e nutrimento dal sangue materno e,contemporaneamente cedono alla madre anidride carbonica (CO2 ) e altre sostanze di rifiuto del feto ) nell'endometrio e permette,durante la gestazione, la regolazione del passaggio dei gas respiratori,dei nutrienti, degli anticorpi e delle sostanze di rifiuto tra madre ed embrione. Funge da barriera, impedendo il passaggio di proteine estranee e microrganismi,ed è coinvolta, in questa funzione filtrante,nell'impedire le reazioni di rigetto dell'embrione da parte dell'organismo ospitante. Ha funzioni endocrine con la produzione di ormoni : estrogeni,progesterone,ormone lattogeno placentare. La funzione della placenta è quindi quella di ossigenare,nutrire,difendere e disintossicare l'organismo durante lo sviluppo prenatale. E' collegata al sacco vitellino (che assolve pienamente le funzioni nutrizionali) e al cordone ombelicale (funicolo o cordone,collega feto e placenta. E' lungo circa 55 cm e largo 2 cm,è liscio, lucente,semirigido,flessibile,e molto resistente,è rivestito da una sostanza gelatinosa costituita da tessuto mucoso maturo. La vena porta sangue ossigenato e ricco di nutrienti dalla placenta al feto). Il sacco amniotico è una sorta di bolla,piena di liquido,in cui si trova il feto. E' ricoperto da una pellicola protettiva,detta corion. La temperatura nel sacco e nel liquido amniotico è leggermente superiore a quella corporea,in genere di 37°. Il liquido amniotico non contiene sostanze nutritive,ma svolge funzioni protettive,garantendo al bambino di muoversi liberamente,e di essere protetto dagli urti. Il liquido aumenta con l'avanzare della gravidanza : a 12 settimane di gestazione è di 30 ml,alla 17° settimana è di 200 ml,mentre dalla 34° alla 36° raggiunge quasi il litro.



Insufficienza placentare : cos'è & quali rischi comporta


Talvolta indicata con insufficienza vascolare utero-placentare o disfunzione placentare,è una grave patologia della gravidanza caratterizzata da malformazione o danneggiamento della placenta. Questo disturbo compromette il fabbisogno di ossigeno e sostanze nutritive da parte del feto, con ripercussioni sulla buona riuscita della gravidanza. Può insorgere a seguito di disturbi vascolari o comportamenti poco salutari della madre,tra i più comuni sono :


. ipertensione arteriosa

. diabete mellito

. disturbi della coagulazione sanguigna (anemia)

. farmaci anticoagulanti

. fumo di sigaretta

. uso di droghe

L'insufficienza placentare si presenta solitamente in maniera asintomatica, e non costituisce un serio pericolo per la madre,ma bensì è molto pericolosa per il feto,con l'alto rischio di :


. insufficiente crescita intrauterina (con un peso alla nascita inferiore al 90% rispetto alla norma)

. travaglio prematuro

. policitemia (eccessiva concentrazione di globuli rossi)

. ipotermia

. ipocalcemia (ridotta concentrazione di calcio nel sangue )

. disturbi nell'apprendimento

. ipossia perinatale (insufficiente apporto di ossigeno durante il parto, che può causare paralisi cerebrale)

. disfunzioni polmonari

. emorragia cerebrale

. morte del feto durante il parto


E' stimato che circa il 40% dei bambini affetti da insufficienza placentare riporti delle disfunzioni congenite,e che il 20% non sopravvive al parto. Può essere diagnosticata a partire dalla 12° settimana di gestazione. L'ecografia consente di valutare le dimensioni del feto e della placenta,e un esame del sangue materno può essere effettuato per misurare la presenza di alfa-feto proteina. Non esiste una cura ; si possono soltanto adottare delle misure che massimizzino le possibilità di crescita del feto. Soprattutto con l'intensificazione delle visite specialistiche,e l'osservazione di un generale riposo (a letto) per non stressare il feto. E' bene osservare tutte queste regole,e non saltare una visita.


Cos'è l'aborto spontaneo e come avviene


Con la terminologia “aborto spontaneo” si indica una brusca e improvvisa interruzione di gravidanza che avviene spontaneamente entro i primi 180 giorni di gestazione. Nella maggior parte dei casi l'aborto spontaneo si verifica però nel corso del primo trimestre di gravidanza. E' una condizione molto più diffusa di quanto si creda : si calcola,infatti,che possa interessare fino al 30% delle gravidanze. L'aborto spontaneo può essere “completo” (caratterizzato dall'espulsione spontanea totale dell'embrione o feto senza vita) ; oppure “incompleto” o “ritenuto” (quando la gravidanza è ancora parzialmente o completamente presente nella cavità uterina,ma non vi è attività cardiaca dell'embrione o feto). Molte e diverse sono le cause tra loro che possono provocare un aborto spontaneo. Tra queste ricordiamo :

. anomalie cromosomiche (è sicuramente la causa più frequente di abortività spontanea. La frequenza aumenta con l'aumentare dell'età materna).

. malformazioni congenite ( utero setto,unicorne,ecc ) o acquisite (polipi, fibromi) dell'utero ;

. incontinenza cervicale (il collo uterino tende a dilatarsi in epoca molto precoce di gravidanza,anche in assenza di contrazioni,conducendo all'espulsione del feto) ;

. malattie autoimmuni o trombofiliche (in cui aumenti,cioè, la coagulazione del sangue) ;

. patologie infettive come la toxoplasmosi,rosolia,infezione da citomegalovirus che possono contagiare il feto e causarne le sofferenze e poi la morte ;

. insufficienza del corpo luteo che non produce abbastanza progesterone, l'ormone che favorisce l'impianto e il mantenimento della gravidanza nel trimestre


Esistono aborti silenti,ossia privi di sintomi (in questo caso,la diagnosi è clinica attraverso l'ecografia ostetrica ). In altri casi,invece,l'aborto si manifesta attraverso perdite ematiche o contrazioni uterine. I sintomi con cui si può presentare un aborto spontaneo possono essere molto diversi tra loro e variabili in rapporto alle diverse situazioni cliniche. I trattamenti preventivi differiscono molto tra di loro a seconda della causa all'origine dell'aborto. Il riposo è generalmente il primo e principale trattamento che viene consigliato in caso di minaccia d'aborto. Una terapia preventiva a base di progesterone può essere efficace nei casi in cui è sospettata un'insufficienza del corpo luteo. In caso di patologie autoimmuni (come la sindrome di antifosfolipidi ) o in condizioni di eccessiva trombofilia possono essere prescritti l'utilizzo di eparina o di acido acetil- salicilico. Nei casi di incompetenza cervicale verrà eseguito il cerchiaggio della cervice (è una tecnica che permette di sigillare il collo dell'utero,per evitare il parto prematuro. Durante i normali controlli ginecologici,il medico capisce già se è necessario intervenire. La procedura è effettuata dal ginecologo stesso,che decide di eseguirla se nota che il collo dell'utero è pervio,ovvero fa passare la punta del dito. Prima,però, è necessaria un'ecografia transvaginale : permette di studiare il collo dell'utero,l'utero stesso o le ovaie. Si tratta di una sonda rivestita da una pellicola di gel che viene introdotta nella vagina e,emettendo ultrasuoni,registrati da un computer, ricostruisce sul monitor le immagini degli organi pelvici ; l'esame è utile a ipotizzare l'origine di sanguinamenti o di dolori pelvici (come infiammazioni, possibili cause di infertilità),è utile a studiare la natura delle cisti ovariche,il rivestimento interno dell'utero (endometrio),gli ingrossamenti della parete dell'utero,e i tumori. Perciò il cerchiaggio serve a prevenire possibili e potenziali minacce di aborto. Esistono 3 tipologie : preventivo (effettuato su donne che hanno avuto parti prematuri o aborti),terapeutico (effettuato in una situazione di incontinenza e cervice accorciata o leggermente dilatata ) , d'emergenza (effettuato in caso di infezioni). E' un intervento chirurgico che richiede l'anestesia,consiste nell'inserimento di una fettuccia intorno alla cervice,affinché sia sigillata. Dopo l'intervento è assolutamente necessario evitare che il cerchiaggio si rompa,perciò sono richieste visite frequenti e tamponi vaginali ). E' bene provvedere al trattamento di patologie come il diabete o a carico della tiroide già prima dell'inizio di una gravidanza. Generalmente la diagnosi di aborto spontaneo si basa su :


. visita ginecologica ;

. ecografia ;


Possono essere prescritti anche :


. test di gravidanza ;

. dosaggio plasmatico della frazione beta dell'ormone della gravidanza (HCG). L'HCG viene prodotto a partire dall'impianto in utero e aumenta costantemente fino al 3° mese di gravidanza. Le sue modificazioni sono utili per capire l'evolutività o meno di una gravidanza.


Diagnosticato un aborto spontaneo,le strade sono 2 :


1 la terapia chirurgica : è il “raschiamentomediante isterosuzione. E' l'aspirazione del materiale abortivo ritenuto in cavità uterina,mediante una cannula inserita attraverso il canale cervicale.


2 In alcuni casi si può decidere di attendere la spontanea espulsione del materiale abortivo dall'utero o facilitarne l'espulsione stessa tramite la somministrazione di farmaci che facilitano la contrazione uterina. Si parla in questo caso di “condotta di attesa”,che viene applicata soprattutto nei casi di aborto incompleto (più raramente nei casi di aborti interni),e soprattutto se l'aborto è avvenuto nelle settimane iniziali di gravidanza. 

 

La contraccezione


La contraccezione,cioè l'impedimento volontario di una gravidanza,può essere attuata mediante numerosi metodi. Alcuni di questi consistono nel prevenire il rilascio di uova mature (oociti secondari) e di spermatozoi dalle rispettive gonadi. Altri sistemi impediscono invece la fecondazione,evitando l'incontro diretto dei gameti,mentre altri ancora ostacolano l'annidamento dell'embrione nell'utero oppure ne provocano l'aborto. La fecondazione può essere evitata dall'astinenza o con l'uso di una qualche barriera che si frapponga tra gli spermi attivi e l'oocita. L'astinenza temporanea,spesso definita metodo Ogino- Knaus,o anche controllo delle nascite secondo il metodo naturale,consiste dall'astenersi dai rapporti sessuali nel periodo in cui la fecondazione è più probabile. Poiché l'oocita può sopravvivere nell'ovidutto solo 24-48 ore,mentre lo spermatozoo arriva a 72 ore,una coppia che pratichi l'astinenza temporanea dovrebbe evitare l'amplesso in un periodo che vada da pochi giorni prima a pochi giorni dopo l'ovulazione,evento questo difficile da prevedere. Il metodo più efficace per determinare il ritmo dell'ovulazione si basa su una serie di dati,comprese le variazioni nella composizione del muco della cervice uterina e della temperatura corporea nel corso del ciclo mestruale. Dunque,il controllo delle nascite secondo il metodo naturale richiede che la coppia faccia attenzione a una serie di indicazioni di carattere fisiologico. Una percentuale di gravidanze fra il 10-20% si registra di regola fra le coppie che praticano questo metodo (la percentuale di gravidanze indica,in un gruppo di cento donne che praticano tale metodo,il numero di quelle che vanno incontro a una gravidanza nel corso di 1 anno). Alcune coppie utilizzano invece il metodo in questione per aumentare la probabilità di un concepimento. I numerosi metodi meccanici di contraccezione, che impediscono agli spermatozoi di incontrare gli oociti, hanno un grado di fallimento inferiore al 10%. Il profilattico maschile è costituito da una sottile guaina di lattice di gomma che riveste il pene e raccoglie l'eiaculato. Il contraccettivo meccanico più utilizzato dalle donne è il diaframma. Si tratta di una sorta di cupola di gomma che deve essere inserita nella porzione superiore della vagina prima del rapporto sessuale. Ambedue questi mezzi fisici ( profilattico & diaframma ) risultano più efficaci se usati insieme a un prodotto spermicida (cioè letale per gli spermatozoi), di regola in forma di gelatina o di spuma. Altri dispositivi meccanici di recente introduzione comprendono una sorta di coperchio cervicale che viene applicato saldamente, mediante suzione prolungata, intorno all'apertura della cervice ove può permanere a lungo ; è inoltre disponibile una sorta di profilattico femminile,o tasca vaginale. I sistemi anticoncezionali intrauterini (intrauterine device,IUD) sono piccoli dispositivi,di solito di plastica o di metallo e di varia forma,che vengono inseriti stabilmente nella cavità dell'utero dove impediscono l'annidamento della blastocisti. Gli IUD presentano un basso grado di inaffidabilità ma comportano rischi potenziali di disturbi locali,quali prolungate emorragie vaginali,infezioni uterine,perforazioni della parete uterina,gravidanze extrauterine tubariche (cioè annidamento della blastocisti nella parete dell'ovidutto) e talora espulsione spontanea degli stessi dispositivi intrauterini ; fattori che in varie occasioni hanno indotto ad azioni legali contro le case farmaceutiche produttrici e al ritiro di tali dispositivi dal mercato. Attualmente sono disponibili nuovi prodotti che impediscono l'impianto dell'embrione in quanto liberano progesterone sintetico a livello locale. Di scarsa affidabilità risulta anche il coitus interruptus (retrazione del pene dalla vagina durante l'eiaculazione ). Gli spermatozoi possono infatti essere presenti nelle secrezioni emesse nelle fasi che precedono l'eiaculazione e,d'altra parte,un errore nella valutazione dei tempi o un momento di perdita dell'autocontrollo possono determinare una ritrazione ritardata. Oltre alla completa astinenza dei coito,i metodi che impediscono il rilascio dei gameti rappresentano le tecniche più efficaci di controllo delle nascite. La contraccezione chimica – realizzata tramite la pillola anticoncezionale- è risultata inefficace in percentuali inferiori all'1%,mentre la sterilizzazione è efficace al 100%. Le pillole anticoncezionali di uso più comune sono formate da una miscela di estrogeni e progestinici (un ormone simile al progesterone). Le due sostanze agiscono nell'ambito di un meccanismo a feedback negativo,bloccando il rilascio di GnRH dell'ipotalamo, e di LH e di FSH da parte dell'adenoipofisi (rispettivamente a opera degli estrogeni e dell'ormone progestinico). Bloccando il rilascio di LH,il progesterone impedisce l'ovulazione. Come dispositivo ormonale di ulteriore sicurezza,l'estrogeno inibisce la secrezione di FSH,in modo tale che risulti inibita la maturazione follicolare. Una combinazione di pillole anticoncezionali ad alto dosaggio può inoltre essere prescritta come “pillola del giorno dopo(MAP). Assunto entro 3 giorni dal rapporto a rischio,tale cocktail di farmaci impedisce la fecondazione o l'impianto,con una percentuale di successo del 75%. Un secondo tipo di pillola anticoncezionale,chiamata minipillola, contiene soltanto progestinico. In questo caso il farmaco impedisce la fecondazione alterando il muco cervicale in modo che esso funga da barriera e impedisca agli spermatozoi di penetrare nell'utero. Nel 1990,è stata approvata la vendita di un progestinico in capsula ( Norplant ) che viene inserito sotto la pelle. Dal momento che esso rilascia molto lentamente il prodotto in circolo, di fatto l'effetto anticoncezionale si protrae per 5 anni. Un altro prodotto,chiamato Depoprovera,è un progestinico che viene iniettato ogni 3 mesi. La contraccezione chimica ha fatto nascere un ampio dibattito,soprattutto sugli effetti a lungo termine degli estrogeni contenuti nelle pillole anticoncezionali. Non esistono solide argomentazioni a proposito del rischio di tumore da pillola, ma i problemi cardiovascolari sono più concreti. La pillola anticoncezionale è stata di volta in volta coinvolta nelle alterazioni dei processi di coagulazione sanguigna,di aterosclerosi e di improvvisi attacchi cardiaci. Il fumo,se associato all'assunzione della pillola anticoncezionale,può aumentare il rischio di mortalità di almeno 10 volte. Per quanto le tecniche contraccettive espongono le donne al rischio di varie patologie,esse tuttavia le pongono al riparo dai pericoli insiti nella gravidanza stessa : le donne sottoposte al trattamento con pillola anticoncezionale vanno incontro a un rischio di mortalità quasi dimezzato rispetto a donne che affrontano una gravidanza. La sterilizzazione consente di prevenire in modo definitivo l'emissione dei gameti. La legatura delle tube consiste nella strozzatura e successivo taglio degli ovidutti in modo tale da impedire la progressione dell'oocita verso l'utero e quella in senso inverso degli spermi verso il tratto superiore delle tube stesse. La vasectomia,rappresenta il corrispettivo maschile della legatura delle tube : essa consiste nel taglio dei deferenti per impedire l'ingresso degli spermatozoi nell'uretra. Sia il maschio che la femmina sterilizzati sono relativamente al sicuro da effetti collaterali ; d'altra parte le procedure di sterilizzazione impiegate in ambedue i casi non sono reversibili,per cui la sterilizzazione deve essere considerata un dato permanente e irreversibile. L'aborto consiste nell'interruzione di una gravidanza in atto,e perciò non viene di regola considerato una forma di contraccezione. L'aborto spontaneo rappresenta un evento alquanto comune e si verifica in circa 1/3 del totale delle gravidanze,spesso prima ancora che la donna sia consapevole del suo stato gravidico. Ogni anno,in America,circa 1 milione e mezzo di donne si sottopongono inoltre ad aborto indotto (cioè interruzione volontaria della gravidanza ). Un farmaco definito mifrepistone,o RU486, messo a punto in Francia,consente di interrompere la gravidanza in modo non chirurgico entro le prime 7 settimane. Il suo contenuto,analogo al progesterone, blocca i recettori dell'utero per tale ormone e impedisce di fatto al progesterone naturale di mantenere la gravidanza. Il farmaco viene assunto insieme a una piccola quantità di prostaglandine che inducono le contrazioni uterine. Fra tutti i dispositivi di contraccezione,soltanto il profilattico offre una protezione nei confronti di malattie a trasmissione sessuale come l'AIDS. Questa protezione è, tuttavia,non assoluta.


Tenete molto bene a mente,però,che per quanto riguarda la contraccezione, o l'aborto indotto volontariamente,il Creatore è contrario,e punirà molto severamente tutte le donne che commettono ciò,perché la gravidanza è un fenomeno naturale,i figli sono un dono di Dio,e poi esistono molti altri modi se,in un determinato momento,una gravidanza può essere inaspettata. 

 

 

 





 

 

 

 

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